mercoledì 30 luglio 2014

Recensione: Vita di Tara di Graham Joyce

go              GRAHAM JOYCE
                 Vita di Tara

Dopo il pranzo di Natale Peter Martin riceve una telefonata concitata dal padre che gli chiede di raggiungerlo subito perché qualcosa di sorprendente è accaduto alla loro famiglia. Al suo arrivo, Peter ritrova Tara, la sorella adolescente scomparsa misteriosamente vent’anni prima. Cosa le è accaduto? E dove è stata in questi lunghi anni? La storia di Tara ha dell’incredibile: ha conosciuto uno straniero nella foresta degli Outwoods ed è stata con lui per mesi in un… mondo parallelo. Per la sua famiglia è impossibile crederle, ovviamente, eppure il cor­po di Tara non è invecchia­to affatto nonostante siano passati vent’anni. L’uni­co che sembra essere dalla sua parte è il suo primo amore, Richie, ma un uomo misterioso la pedina tentando in tutti i modi d’impedirle di riavvicinarsi a lui. Spetterà allora allo psichiatra, il dottor Underwood, scoprire quali segreti nasconde la mente di Tara e riportare così ai Martin la ragazzina che avevano perduto. Con una scrittura vivace e coinvolgente, Graham Joyce ci racconta una storia che, come un incantesimo, ci rapisce e ci porta in un mondo dove la realtà incontra la leggenda.


Vita di Tara è riuscito a catturare la mia attenzione ancor prima di leggerlo. Inevitabile, per una collezionista come me di fate, non innamorarsi di questa copertina che è capace di far sognare e immaginare mondi fatati.
Pensavo di avere tra le mie mani un libro prettamente fantasy e la paura di restare delusa era alta, ma per fortuna così non è stato.
In Vita di Tara l'elemento fantastico e vita reale si giocano un buon 50 e 50. Forse l'autore dà maggiore spazio alla realtà, si concentra sulla famiglia e sul rapporto tra i membri, mentre lascia, spesso, in secondo piano l'immaginazione.
Ce la racconta ma sempre di sfuggita. Lascia che sia la nostra mente a ideare un mondo parallelo, dove esistono creature particolari che conducono una vita impensabile, almeno per noi umani.
Loro sono creature simili a noi umani, non sono dotate di ali o di orecchie a punta, ma  vivono in comunità libere, molto stile anni 70 e amano tuffarsi in laghi capaci di orgasmi. Quello è il mezzo usato dalla natura per ringraziare.
Tara Martin è una ragazzina quando scompare, e da quel momento sono passati esattamente venti anni.
La famiglia affronta il dolore come può e va avanti, forse mettendosi un po' il cuore in pace. Quando la sparizione di Tara è un ricordo lontano, ecco che, durante la vigilia di Natale, lei bussa alla porta di casa dei suoi genitori.
Tara non sembra per nulla invecchiata, ha ancora l'aspetto di una quindicenne se non fosse per qualche invisibile ruga spuntata sul viso, e un paio d'occhiali che non vuole togliersi.
Inutile negare lo smarrimento della famiglia, soprattutto dopo quello che Tara dovrà raccontare. Perchè tutti si chiedono: dov'è stata Tara per tutti questi anni? E soprattutto come fa a essere così giovane, è veramente lei?
Il romanzo si articola tra passato e presente, e alterando le sedute di Tara presso uno psicologo che cercherà di tracciare il suo "caso", attraverso delle teorie.
La famiglia è il nucleo centrale, il cuore pulsante della storia ed è anche la ragione che spingerà Tara a fare determinate scelte.  Credere o non credere è il dilemma che si alimenta per l'intero romanzo. Una domanda esistenziale che non concede vie di mezzo: sì o no.
Ognuno dei protagonisti farà la sua scelta, sia spinto dalla fiducia sia spinto dal proprio credo.
E non c'è margine di errore, perchè in fondo al cuore noi sappiamo la verità, ma è la scoperta di qualcosa che non conosciamo che ci fa paura. Ci rende timorosi di sapere quello che non sappiamo. Viviamo dietro una rigida educazione che non dà spazio all'immaginazione, la tiene a bada e detta già il suo giudizio perchè si affida alla normalità.
Il finale mi ha lasciato l'amaro in bocca, ma forse proprio per un mio gusto di lettrice femminile, ma a ripensarci è un "bel" finale. Il finale si apre verso mille possibilità, ma l'autore ha scelto una tra le più ragionevoli.
Alcuni dei personaggi sono ben caratterizzati da sembrare di conoscerli da sempre. Sembrano così umani da apparire reali, come se fossero dei nostri vicini.
Nel complesso un buon romanzo, ricco di dettagli scritto al momento giusto e un mix perfetto tra psicologia/dramma famigliare e fiabesco.
Molto spesso non c'è bisogno di andare alla ricerca del "troppo", di una mole di pagine come se queste caratteristiche possano rendere il romanzo indimenticabile. Certe volte la semplicità vince e sicuramente questo è il caso.

7 commenti:

  1. Ne ho sentito parlare benissimo, penso proprio che lo prenderò!
    Grazie per la bella recensione :)

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  2. Ce l'ho in lettura e mi sta piacendo molto **

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  3. Non conoscevo questa nuova uscita, ma sembra carino e mi piace anche tutto quel verde sulla copertina!

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  4. Ciao, ho appena scoperto il tuo blog e quando ho visto la copertina di questo libro, non ho resistito, ho dovuto leggerne la recensione, che, a proposito, mi ha incuriosita davvero moltissimo.
    Non avevo mai sentito nominare questo romanzo ma ora sto pensando seriamente di aggiungerlo alla mia wl. :)

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