martedì 2 dicembre 2014

Recensione: Il peso di Liz Moore

        LIZ MOORE
         Il peso

Arthur Opp è enormemente grasso. Mangia quello che vuole e tutte le volte che vuole. Come un violoncello imprigionato dentro una custodia, non esce più di casa. L'ultima volta che l'ha fatto è stato nel settembre del 2001, quando davanti alla TV si è sentito così solo che ha aperto la porta. Una volta in strada, ha visto una giovane donna che piangeva stringendo tra le braccia un bambino dall'aria confusa, e allora è stato travolto dal dolore e dalla nostalgia, dalla pietà per sé e per gli altri. A passi pesanti, fermandosi sette volte per riprendere fiato, è rientrato giurando di non mettere più piede fuori, perché Arthur non ha nessuno da chiamare, nessuno da vedere, nessuno per cui valga la pena uscire. Da diciotto anni non fa più il professore, da una decina d'anni non sale ai piani superiori della sua casa. La camera da letto e tutto quello di cui ha bisogno sono al piano terra, nel suo piccolo mondo, e fuori dalla finestra c'è l'unico panorama che gli serve. Per liberarsi dei rifiuti lancia i sacchi della spazzatura sul marciapiede dal primo gradino, a notte fonda, quando fuori è buio. Per mangiare ordina tutto su internet. Anche se pesa più di duecentoventi chili e gli manca il fiato quando fa più di sei o sette gradini, Arthur si sente al sicuro tra le mura del suo rifugio, lontano dalle illusioni e dalle disillusioni del mondo, lontano dalla crudeltà e dalle vane speranze della vita di fuori, a occuparsi soltanto dell'unica cosa che gli sta a cuore.



Il peso è il secondo romanzo dell'autrice Liz Moore, pubblicato in Italia da Neri Pozza nel 2012 e ristampato di recente dalla casa editrice Beat. 
-Quindi non avete più scuse nell'acquistarlo in edizione economica!-
Il romanzo racconta la storia di Arthur Opp, un ex insegnante di 58 anni, che vive rinchiuso da tempo tra le mura della sua casa per colpa di un corpo trasformato dal peso. Arthur è obeso, pesa oltre  200 kg e tutto quello di cui ha bisogno si trova al pian terreno. Non mette piede al piano superiore da oltre dieci anni, e ordina tutto on line senza dover uscire da casa.
Arthur è un uomo solo, senza affetti.
Il vuoto della sua vita lo riempie grazie al cibo, quasi tutto cibo spazzatura, e l'unica vera emozione che prova è uno scambio epistolare con una sua ex alunna: Charlene Turner.
Lei è uno dei punti chiave della storia, la sua ancora di salvezza.
Charlene, con il tempo, si è sposata e ha anche avuto un figlio: Kel.
Il ragazzo è una giovane promessa del baseball, costretto a maturare troppo in fretta per affrontare la mancanza di una figura paterna e quella di una madre alcolizzata.
Infatti, Charlene non è in grado di prendersi cura del figlio, visto che non riesce a farlo neanche per se stessa, e l'unica certezza che ha per il futuro del figlio è quella di mettersi in contatto con Arthur.
Il romanzo si divide in due parti, raccontate alternativamente da Arthur e Kel. In questi capitoli ci racconteranno le loro vite, mettendosi a nudo davanti al lettore, e scavando a fondo nelle loro anime. Un'anima satura di malinconia, di pensieri, e di silenziose richieste di aiuto.
Ho letto questo romanzo tutto d'un fiato. La sua storia ti cattura e ti commuove fin dalle prime pagine, e risulta difficile lasciarlo, anche per qualche ora.
Una storia dolce e amara, che ti accompagna in un viaggio dipinto di occasioni perdute, di assenza di coraggio nel cambiare la propria vita e di un peso che non è solo fisico ma anche spirituale.
I due protagonisti sono diversi tra loro, ma quello che li accomuna è la loro fragilità e solitudine. Ma anche da un peso che grava su di loro, il peso delle bugie, delle promesse non mantenute, dei sogni infranti.

E si sa, il peso o ti schiaccia o ti dona la forza per affrontare le difficoltà. La decisione può essere una scelta sofferta, una scelta avventata o una scelta premeditata, e può cambiare l'intero corso della tua vita. 
Questo è un romanzo che si fa amare con estrema facilità, capace di entrarti dentro senza dover puntare a colpi di scena o storie d'amore buttate lì per richiamare l'attenzione. Il peso è così, un romanzo pieno di tristezza e di malinconia, che si apre al cuore del lettore e lo tocca, senza mai diventare banale e sdolcinato. Ti obbliga a guardarti attorno e ti ricorda che al mondo non si è mai soli. 

6 commenti:

  1. Ciao Lucrezia, questo libro, da come lo hai descritto, sembra davvero commovente e profondo! Ci farò un pensierino ;) a presto Maria

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    1. Ciao Maria, è proprio un bel romanzo e mi sento di consigliarlo :)

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  2. Mi ispira proprio! Queste ristampe della Beat sono gioielli :)

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  3. Terrò conto della tua recensione.

    Buona serata.

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  4. M'ispira moltissimo! Devo dire che Neri Pozza, per me, è una garanzia... tranne qualche rara eccezione, li vorrei tutti! In questo caso, come hai detto tu, non c'è nemmeno la scusa del prezzo... ;)

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    1. A chi lo dici O.o Pian piano mi sto facendo la mia libreria Neri Pozza e Beat, il mio ragazzo mi prende per malata §:D

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